P. Martino Bonazzetti, da un anno nella comunità di Desvio da Barra (Angola), ci racconta nella sua nuova lettera, alcune novità, a cominciare dal “progetto sementi” che sta iniziando a dare i suoi frutti…
Cari Amici, vi mando qualche notizia del mese che ha segnato il passaggio del mio primo anno qui a Desvio.
Una prima bella novità è il progetto sementi che comincia a dare buoni frutti. La comunità di Santa Teresa mi ha consegnato la somma di 200mila kwanza (circa 200 euro), frutto della vendita delle arachidi che avevano piantato. Avevamo speso 50mila kwanza… erano fieri di darmi la somma. Metteremo da parte la metà per comperare le sementi il prossimo anno e il resto lo useranno per le loro attività della comunità.
Con loro abbiamo fatto la festa patronale. Messa e mensa nella stesso luogo.
Un bel piatto di riso condito con fagioli, un bel piatto di polenta sempre con lo stesso condimento. Per il padre, raccomandato, un polletto… poi condiviso. Non servono molte posate e molti piatti di portata. Si va all’essenziale. Basta la pancia vuota e il piatto pieno… non c’è l’imbarazzo delle posate e dei bicchieri adatti.
Ora in questa comunità stiamo iniziando una specie di scuola. Un giovane della comunità vicina viene due giorni la settimana per insegnare almeno a leggere e scrivere e far di conto, di tradizionale memoria per noi ma attualissima qui.
Continuando la visita delle famiglie sono entrato nella casa della coppia di giovani. C’erano la moglie, Alice, e i due figli, il marito era al lavoro. Ho chiesto ad Alice se potevo scattare alcune foto, ovviamente mi ha detto di si. L’ho fatto perché mi ha impressionato l’ambiente in cui vivono, ciò che noi chiameremmo “baracca”, abbellita però da tendine e dai dettagli dell’angolo cottura. È stupefacente il desiderio, oltre che la capacità, di rendere bello anche quello che sembra non avere niente di bello.
Ho incontrato anche Francesco e Maria con i loro figli. Il catechista li ha un po’ sgridati perché non hanno ancora celebrato il matrimonio. Gli ha proposto il matrimonio comunitario, come avvenuto già per Alice e Augusto. Un’occasione per la comunità di far festa insieme ai due sposi. Loro non hanno avuto paura di far notare che mancano i soldi per i vari documenti (qui il matrimonio in chiesa è possibile solo se c’è anche il matrimonio civile) e per la festa con la famiglia. Vedremo…
Vi invio anche una foto dell’altare della messa nel cimitero del Terreiro. Il cimitero è a 4 chilometri dal villaggio. È in un punto alto dal quale si ammira lo spazio verde delle terre fertili, qui le chiamano lavra. È la terra inondata dallo straripare del fiume quando arriva la stagione delle piogge, mentre nella stagione secca, al ritirarsi dell’acqua, le stesse terre vengono coltivate. Non avevano portato nessun tavolino. Avevano le bacinelle per portare i prodotti dai campi a casa. E così abbiamo usato le bacinelle per costruire la base dell’altare che altro non era che la mia valigia-cappella.
Così quando pregavamo riferendoci al “pane frutto della terra e del nostro lavoro” lo affermavamo proprio sugli strumenti da lavoro, quel lavoro che anche Gesù ha fatto per trent’anni.
Ora siamo in attesa delle piogge per seminare il granoturco. Dico “siamo”, perché ci sono tre comunità, alle quali ho offerto il mio aiuto nel preparare il terreno per la semina. Sono azionista con il portafoglio all’inizio e con la gioia alla fine. Con questo vi saluto.
P. Martino Bonazzetti
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LA FONDAZIONE SMA SOLIDALE ETS
HA ATTIVATO IL PROGETTO
F 143 – Sostegno attività formative nel quartiere Terreiro
nella zona della Parrocchia Sagrada Familia, in ANGOLA.