Abbiamo chiesto a p. Matteo, parroco a Fès, in Marocco, quale preoccupazione la gente della sua parrocchia e città, nel passaggio tra il 2020 e il 2021, spera di essersi lasciata alla spalle. P. Matteo ci risponde:

“Non credo sia possibile rispondere ad una domanda che metta in sordina l’impatto del coronavirus nel 2020. Credo che tutte le preoccupazioni dell’anno trascorso sono state conseguenze più o meno dirette della pandemia!

Per quanto riguarda il quasi milione e mezzo di Marocchini che vivono a Fès, la preoccupazione principale è stato il non facile adattamento alla lunga estate calda e secca, alla mancanza di lavoro e di mezzi economici.

Per i nostri studenti cristiani, provenienti dall’Africa sub-sahariana, la preoccupazione è stata di non aver potuto dare gli esami nei tempi previsti. Il che ha portato alla perdita di borse di studio, all’impossibilità di rifornirsi di prodotti di prima necessità dai loro Paesi di origine, di andare in vacanza e di ritrovarsi in chiesa e in parrocchia in condizioni ottimali.”

E per il 2021, gli chiediamo ancora, quali sono le sue principali attese?

P. Matteo: “Ora tutti attendono il vaccino, pur nell’incapacità di immaginarne perfino le sue modalità, qualità e effetti. La gente diventa più introversa e silenziosa. C’è un grande abbandono alla volontà del Dio misericordioso che lenisce le aspettative del futuro. Per fortuna i grandi progetti sociali del Marocco vanno avanti. Da una parte, quella dei govrrnanti, c’è chiara la volontà politica di non arrendersi, di andare avanti. Da parte del popolo, invece regna ancora lo scombussolamento per prospettive future che non appaiono chiare.”