Qui nella grande periferia nord di Luanda, quartiere di Kikolo, per ora si sopravvive: i casi di infettati dal Covid-19 sono molti di più di quelli che dichiara il governo. Dalle stime della società civile in tutta l’Angola sarebbero qualche migliaio, invece del centinaio delle cifre ufficiali.

In maggioranza è gente giovane e anche ragazzi, ma i morti sono pochi. E poi Dio è africano, come dice qui la gente, e si prende cura di loro con più benevolenza. Certamente la nostra gente ha più forza e anticorpi, dovuto anche alle varie pandemie subite durante la loro storia. Comunque ora siamo passati dal “coprifuoco” allo “stato di calamità”: Luanda è sempre isolata e accerchiata dall’esercito. Non si esce e non si entra dalla nostra Provincia. Sono presidiati anche i corsi d’acqua che fanno da frontiera della Provincia. Ma almeno hanno permesso di tenere il mercato all’aperto tre giorni alla settimana, altrimenti la gente sarebbe morta di fame.

Qui nella nostra periferia di Luanda c’è però un gran caos: il grande mercato di Kicolo è ancora chiuso perché il governo vuole delimitarlo con una recinzione lunga alcuni km. I piccoli commercianti  hanno allora trasformato le vie del quartiere in un immenso e caotico mercato.

E tutti così tutti si riversano per le strade, spinti dalla fame e dal bisogni di beni di prima necessità.

Come parrocchia ci siamo attivati per venire incontro alle necessità dei più indigenti e disperati. Abbiamo già fatto tre azioni di distribuzione di aiuti alimentari verso qualche centinaio di persone in estremo bisogno.

Dato che siamo un po’ più liberi di riprendere le attività religiose, ho già cominciato a ricevere le persone nel nostro ufficio parrocchiale (naturalmente con mascherina, i 2 metri di distanziamento, e il disinfettante alcoolgel): per confessioni, ascolto dei problemi personali e della comunità… ed anche per ricevere la “decima”, l’autotassazione che i nostri cristiani fanno per sostenere economicamente la parrocchia. È proprio vero che sono sempre i più poveri i più generosi: è davvero l’obolo della vedova!

Il grosso problema si porrà quando la domenica 21 giugno ci sarà permesso di riprendere le celebrazioni delle messe nelle nostre chiese. È un rebus trovare il modo per impedire “l’assalto” alla nostra chiesa del Buon Pastore (da 21 anni affidata a noi missionari della SMA), dopo tre mesi di “astinenza eucaristica” per i nostri cristiani.

Alla messa delle 7 sono circa 1.500 i normali partecipanti; i ragazzi e bambini alla messa delle 9 sono 600-700. E poi ancora la messa delle 11, con un migliaio di giovani. Purtroppo abbiamo poco spazio in cortile, occupato dai lavori di costruzione per l’ampliamento della chiesa.

Per non parlare della decina di cappelle che abbiamo nel territorio della parrocchia, dove i catechisti organizzano la preghiera domenicale. Le chiamiamo “cappelle”, ma sono più grandi e frequentate della mia parrocchia natale di Santhià!

E le condizioni imposte dalle autorità sanitarie sono le stesse: disinfettare le mani e le scarpe all’entrata, portare la mascherina, mantenere  2 metri di distanza. Gran lavoro per i volontari del servizio di accoglienza e gli scout all’entrata e all’uscita della cappella!

E siamo solo due preti: p. Jacques (ivoriano, di 43 anni, non in perfetta salute ) e il sottoscritto, ancora vigoroso e voglioso… ma 81 anni nessuno me li toglie, e per di più con i miei polmoni provati, vittima preferita del virus…

Il peggio però sarà in luglio: il governo ha deciso la riapertura delle scuole, benché da tanti esperti di salute e di ordine pubblico si consigli di non farlo. Potete immaginarvi: scuole dappertutto sovraffollate, migliaia di alunni stipati in ambienti insufficienti. Il numero medio di alunni per classe è superiore a 50!

E le scuole pubbliche che mancano persino di  servizi igienici. Da noi è abituale vedere gli insegnanti (e anche gli alunni) andare a chiedere alle case vicine il permesso di usare i loro wc!

Come si potranno tenere le distanze di due metri nella nostra scuola parrocchiale, che già scoppia di alunni? Faremo tre turni per giorno, per diminuire il numero degli alunni? Ma ci vorrebbero più insegnanti: e chi li paga?

Ecco quale è la nostra realtà quotidiana: che il Signore continui a proteggere l’Angola!

P. Renzo Adorni, SMA,
Parrocchia Bom Pastor, Kikolo, Angola

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