Devo andare in banca per ritirare qualcosa. Siamo anche noi confinati, niente più messe domenicali e feriali. Dunque niente più collette alla domenica. Ne facevamo due: una per la missione e una per la chiesa
Da due mesi nessuna entrata nelle casse della parrocchia
Da due mesi non c’è più nessuna entrata. E dobbiamo continuare a vivere, e poi ci sono le spese fisse: luce, il giovane presente alla missione.
Davanti all’entrata della banca un bidone a pedale per lavarsi le mani. Poi ci si mette in fila, seduti su un paio di panchine. Al tuo turno ti chiamano.
Sono accompagnato da Iroko, il responsabile della ditta “pozzi e trivellazioni”. Abbiamo ancora in progetto dei lavori a Sanda. I fondi che restano in banca non sono sufficienti, ma visti i tempi straordinari, farà ugualmente la trivellazione e il pozzo, praticamente a metà prezzo.
Anche qui a Sokodé siamo tutti sotto controllo da quando l’epidemia si è diffusa da un Centro Rasta del villaggio di Kuvon, nelle periferia della città.
Il coronavirus e il feticcio di Naba Lamoussa
Il Centro – secondo le info raccolte – sarebbe un luogo di iniziazione per un grande feticcio kabié [sto utilizzando li linguaggio degli informatori] originario di Sundina. C’è una serie di abitazioni per accogliere e alloggiare i visitatori. È conosciuto ovunque, anche all’estero, ed è gestito da un Kotokoli, grande Maestro del feticcio, Naba Lamoussa Bassirou (nella foto), che definisce la sua struttura come un Centro di spiritualità.Recentemente c’è stato un incontro con gente venuta anche dagli Stati Uniti e dal Canada. Sono state sacrificate diverse vittime, e poi un grande banchetto. Solo che i forestieri erano infetti da virus e trasferiti a Lomé. Sono stati recuperati i partecipanti al banchetto, circa 180, fatti i test, e trovati negativi.
Ascoltiamo Naba Lamoussa: “All’infuori dei casi riconosciuti, di cui un solo togolese, tutta la mia comunità è stata sottoposta a controlli ed è risultata negativa, ma noi ci siamo tutti messi in quarantena e a disposizione di una équipe medica… per vedere in che misura la quarantena potrà essere tolta…”
E termina con questo augurio: “Con la grazie di Dio, che noi tutti imploriamo, il coronavirus passerà rapidamente come un vento cattivo con zero morti a Sokodé affinché ognuno possa riprendere, nella quiete, le sue attività.”
Misure severe in atto
Misure severe sono in atto nella prefettura. Oltre a quelle a livello nazionale (chiusura scuole, università, chiese, moschee, proibizione di ogni tipo di riunione, mascherine obbligatorie in luoghi pubblici…) qui da noi vige il coprifuoco notturno dalle 20 alle 6 del mattino.
Per i confinamenti il problema è complicato. A Sokodé l’esercito, con ordini del governo, aveva proibito le moto tassi. I tassisti hanno circondato le forze dell’ordine, che hanno dovuto cedere. Un taxista di Lomé commentava: “Hanno detto che ci daranno 20 (circa 30 €) mila franchi al mese, ma come faccio io a vivere con questa somma ed occuparmi della mia famiglia, se non lavoro non posso vivere.”
Come sussidio il governo ha promesso, per i prossimi tre mesi, a tutti i confinati un aiuto mensile: 12500 franchi (20 €) alle donne, e 10500 agli uomini. Per ricevere il contributo biogna presentare la carta di elettore.
“Se ci confinano magari non moriremo di coronavirus, ma di fame, questo è certo”, commentava Zubeida. La gente vive del suo lavoro. Se non va nei campi, se non va al mercato, non può vivere.
Ma qui tutti sono abituati a lottare e a convivere con la morte, e a sorridere anche nelle situazioni più tragiche. Nelle foto alcune reazioni davanti alla malattia.
P. Silvano Galli
Missione di Kolowaré, Togo
Foto di p. Silvano Galli (citare la fonte, se usate)
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