Ho visto Gigi al video come molti di voi e ho riconosciuto subito la sua voce non artefatta, anche se stanca a forza di ripetere per l’ennesima volta la stessa filastrocca imposta dai rapitori, prima di dire che andava bene così.
Finalmente ho potuto sapere che era vivo e con tanti amici ne sono contentissimo. Oltre i familiari e i confratelli i tanti amici di Bomoanga hanno espresso la loro gioia telefonandomi e ringaziando il Signore perchè le loro preghiere erano state esaurite.
Anche i cristiani della sua missione, e con loro tanta gente, sono tenuti in ostaggio in nome di un dio che ha fatto le sue scelte di parte. Ma quel lunedì 6 aprile, hanno dimenticato la loro sofferenza, per lasciar posto alla gioia di aver visto e sentito colui che per oltre dieci anni si era occupato di tutti: piccoli e grandi, cristiani e musulmani.
Era il giorno del mio compleanno e dal Ghana sento la voce inconfondibile di Kouamé che mi augura “Buona festa”. Io penso sia per me ed invece è la festa per p. Gigi che è vivo e che presto, secondo lui sarà libero.
Qui la gente dice spesso: “Se Dio vuole…” E il nostro Dio non è di parte o meglio sta dalla parte dei poveri, dei prigionieri, di chi soffre ingiustamente e quindi a lui affidiamo la nostra preghiera per tantissime persone, tenute in ostaggio e che certamente vuole liberare.
Ora che il contagioso virus ci toglie la libertà di movimenti e di segni di affetto per motivi di sicurezza, è più facile immaginare quello che Gigi vive nel luogo di detenzione che non è certamente una stanza climatizzata. Il vestito che indossava nel video mi fa pensare a quanta pazienza per adattarsi ad una vita dura e monotona, alla fatica mentale per inventarsi qualcosa di bello a cui sognare per non cadere nello sconforto e nella paura di essere stato dimenticato per sempre dai suoi cari.
Quello che auguro a Gigi in questo momento in cui viviamo la risurrezione del Signore è di sentire che gli siamo vicini e che gridiamo forte che le ingiuste prigioni devono aprirsi e che il virus della violenza può essere debellato con due vacini: giustizia e pace in un’unica fiala.
P. Vito Girotto, Niamey, 17 aprile 2020