Nel giardino di Santa Maria di Castello, la parrocchia ora gestita dai padri SMA nel centro storico di Genova e dove la biblioteca africana Borghero ha la sua seconda sede, ha avuto modo di riunirsi il Gruppo di lettura della biblioteca. Un desiderio di anni finalmente realizzato.
Una decina di lettori accaniti, dal nome che il gruppo si è dato, si è confrontato per la prima volta sulle letterature africane. Il plurale è infatti d’obbligo. Parliamo di un continente, nel quale le diversità letterarie, per genere, cultura e lingue, sono grandi e profonde.
Abbiamo iniziato dalla lettura del dossier scritto da Itala Vivan, Viaggio nella pluralità: le molte letterature dell’Africa contemporanea (Nigrizia, 2009). La professoressa Vivan è stata docente di letterature anglofone all’Università di Milano e pioniera in Italia nelle traduzioni e divulgazioni di testi di autori africani, anche attraverso la creazione di una casa editrice apposita, Edizioni Lavoro, il lato dell’ombra.
Gli argomenti dai quali partire sono molti: colonialismo, lingue tradizionali e lingue coloniali, traduzioni, edizioni locali.
Il Gruppo si è subito messo al lavoro e si è lasciato a ciascuno la libera iniziativa nella scelta individuale dei primi romanzi da leggere e poi condividere nel Gruppo al prossimo incontro.
Per descrivere il nascere e ricrearsi di volta in volta di un Gruppo di Lettura, ho trovato questa metafora molto calzante :
Fra le possibili metafore efficaci per questo concetto di disponibilità e invito al transito nel gruppo di lettura, mi pare che funzioni quella del piccolo bus in viaggio – se ne vedevano parecchi negli anni Settanta, oggi un po’ meno – che si ferma a far salire gli autostoppisti; l’atmosfera è accogliente, sul bus ci sono altri autostoppisti, si scambiano le provviste di cibo, l’acqua, il vino; si scambiano le idee e le emozioni, le storie. Poi, dopo un po’ di strada, qualcuno scende, è arrivato. Altri salgono. È uno spazio aperto e, insieme, intimo, solidale e di confronto e di conforto, capace di mutare continuamente, e allo stesso tempo di mantenere la propria natura “aperta” e di esplorazione.
C’è chi ha preferito iniziare dalla lettura di testi di storia africana : Joseph Ki-Zerbo, Punti fermi sull’Africa (EMI, 2001).
Altri hanno scelto romanzi tradotti in italiano:
Nostra Signora del Nilo di Scholastique Mukasonga (66thand2nd, 2014), il bellissimo romanzo sugli inizi silenziosi del genocidio in Rwanda.
Americanah di Chimananda Ngozi Adichie. La Nigeria o l’America? La ricerca identitaria nelle generazioni degli afrodiscendenti.
Le mie fiabe africane di Nelson Mandela (Donzelli editore 2004), le fiabe che ascoltava da bambino Mandela, le sue preferite.
La via della fame di Ben Okri (Bompiani, 1992). Il romanzo d’esordio dello scrittore nigeriano sulla mitologia yoruba e su un bambino spirito, l’abiku.
Lontano da mio Padre di Veronique Tadjo (Citta del silenzio, 2022), romanzo presentato dall’autrice qualche mese fa a Genova proprio a Santa Maria di Castello.
E chi ha preferito iniziare leggendo nelle lingue originali-coloniali, come Les contes di Amadou Koumba (Présence africaine, 1961), i racconti scritti dall’autore senegalese.
Un viaggio iniziato nella pluralità, un viaggio che si prospetta davvero molto interessante.
Prossimo incontro, l’11 luglio, nel pomeriggio, a Santa Maria di Castello.
Maria Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero
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