Abito in un paese ai piedi dei Colli Euganei, in provincia di Padova e siamo di quelli che ci tengono ancora alle tradizioni religiose, fatte di processioni con le statue, stendardi, banda che accompagna le cerimonie per le vie del paese, riti che in alcune chiese ormai sono passati, ma che per noi restano un tesoro prezioso, un’eredità da tramandare alle nuove generazioni.

Se nel 2020 ci è completamente mancata la possibilità di celebrare in presenza la Pasqua, quest’anno, confidando nelle disposizioni governative, avremo la possibilità di ritrovarci nelle nostre comunità a condividere la Settimana Santa e il meraviglioso giorno della Risurrezione di Gesù.

Eppure ci mancherà “qualcosa”, quei gesti antichi che danno ancora più significato alle liturgie del Triduo e della grande Veglia Pasquale: l’ingresso in chiesa con i rami di ulivo, la lavanda dei piedi, le processioni solenni con le candele accese al cero pasquale e la possibilità di avvicinarci, il venerdì santo, per il bacio al Crocifisso.

Per me è sempre stato un momento unico, speciale, di quelli che si attendono ogni anno perché intimo, personale e ho sempre ammirato, nella mia comunità, quelle persone che non si vedono in chiesa per tutto l’anno, eppure non mancano mai all’appuntamento con quel bacio.

Con un bacio Giuda ha tradito Gesù… con un bacio mandato con la mano ci salutiamo in questo tempo di pandemia… siamo ancora dentro ad un tempo di “baci non dati”, di distanza che ci impedisce ogni contatto con l’altro e ancora una volta non possiamo dimenticare quelle persone che muoiono senza la presenza di un loro caro famigliare vicino.

Eppure Gesù, il giorno della sua Risurrezione, dopo essersi rivelato a Maria di Magdala le disse: Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro” (Gv 20, 11-18).

Anche in quell’incontro non ci fu un contatto fisico e mi chiedo sempre quanto Maria desiderasse dare un abbraccio a Gesù Risorto. Eppure, sempre nel Vangelo leggiamo: “Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose”.

Pur vivendo la mancanza di un contatto con Gesù, Maria Maddalena parte, va a portare il suo annuncio e consapevole dell’assenza del corpo di Gesù, si fida delle parole del Maestro che riconosce in quella presenza che la chiama per nome.

Siamo dentro ad un’assenza, quella della possibilità di compiere il gesto del bacio al Crocifisso, ma siamo/saremo completamente dentro alla Sua presenza di Risorto.

Vivremo nell’assenza di metterci in fila, l’uno accanto all’altro per giungere al Crocifisso, ma siamo/saremo Presenza del Risorto per chi incontreremo nel nostro quotidiano.

Pensiamo a tutte quelle persone che in questo tempo sono Presenza buona nelle nostre vite, ma soprattutto a chi è accanto ai malati, agli sfiduciati, agli ultimi: nei loro gesti e nel loro aver cura dell’altro diventano padri, madri, figli, fratelli, sorelle, amici… e pur nell’assenza di una persona cara accanto, siamo certi che Dio Padre è vicino ad ogni uomo e donna che soffre e ha paura.

Per questo è tempo di andare Oltre a ciò che ci manca da fare/avere, per vivere in pienezza quello che siamo chiamati ad essere, partendo da quello che già abbiamo, dalle tante possibilità che abbiamo nelle nostre mani, nel nostro possedere molto, nelle nostre capacità.

E così in quest’anno ancora pieno di difficoltà e paure, desidero e vi auguro di vivere una Pasqua speciale, offrendo a Dio ciò che ci mancherà, perché, in quello spazio vuoto che si creerà in noi, Lui possa trovare casa, ristoro, un luogo dove abitare per aiutarci a crescere, migliorare, scoprire, incontrare, vivere il Vangelo.

L’assenza del nostro bacio a Gesù in croce, si può trasformare nella possibilità di spolverare il più bel Crocifisso che abbiamo nelle nostre case e compiere quel gesto, in famiglia, condividendo un momento di preghiera… può diventare occasione per mandare un bacio di bene a quelle persone a cui vogliamo bene, utilizzando un messaggio, un biglietto di auguri scritto a penna, una videochiamata… può essere un bacio traboccante di amore che è da tanto che non diamo ad un nostro famigliare… può essere trasformato in un gesto di carità, di attenzione ai nostri vicini, di accoglienza verso i tanti poveri e sofferenti dei nostri giorni.

Ci mancherà allora quel bacio al Crocifisso?

Sicuramente Gesù, con la sua Risurrezione, viene a stampare, nella vita di ciascuno di noi, il suo più bel bacio d’amore e sono convinta che ce ne dona anche più di uno, perché egli è presente in noi sempre e non si stanca mai di ripeterci: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

Silvia Sandon