L’Africa ha adottato un atteggiamento un po’ tiepido nei confronti dell’Ucraina, invasa dalla Russia di Putin. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha proposto a tutti i Paesi una membri una risoluzione di condanna dell’aggressione russa, ma 18 Paesi africani non l’hanno votata. Benché i tre Paesi membri dell’attuale Consiglio di sicurezza, Ghana, Kenya e Gabon, l’abbiano sostenuta, altri Paesi invece non hanno voluto mettersi in gioco e hanno preferito astenersi.
Il Kenya è stato il primo a condannare apertamente l’uso della forza e il disprezzo della diplomazia da parte della Russia alle Nazioni Unite. Il Ghana ha espresso il suo sostegno “all’integrità territoriale dell’Ucraina”, così come il Gabon, che ha anche votato a favore della risoluzione che condanna “l’aggressione russa” e chiede un immediato cessate il fuoco.
Si possono capire gli alleati storici della Russia, come Eritrea, unico Paese africano a votare decisamente contro. O l’Algeria e l’Egitto, dove la Russia ha radici profonde, o i due Paesi che recentemente hanno richiesto l’assistenza dei mercenari russi di Wagner, Mali e Centrafrica.
Ma stupisce l’indecisione di Paesi importanti e influenti, come Congo-Brazzaville, Madagascar, Senegal, Sudan, Etiopia e Sudafrica, e ancora Burkina, Guinea, e Camerun.
Il Sudafrica ha ribadito la sua profonda preoccupazione, la necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati. Ma Pretoria ha spiegato la sua posizione tiepida dicendo che la risoluzione non ha creato un ambiente costruttivo per i negoziati. Avrebbe voluto un testo più incentrato sul riavvicinamento, sulla “costruzione di ponti” tra Russia e Ucraina.
Pretoria si giustifica affermando che si sarebbe dovuto fare uno sforzo maggiore per riunire le parti per il dialogo. Il testo della risoluzione nella sua forma attuale, sostiene il Sudadrica, può creare una divisione ancora maggiore, piuttosto che contribuire alla risoluzione del conflitto.
Ma non sono argomentazioni convincenti. Dietro questa posizione si nascondono certamente dei legami storici che vincolano il Paese di Mandela con Paesi, come Cina, India e Russia, che hanno sempre sostenuto la lotta anti apartheid, e uno sviluppo del Paese meno condizionato dai Paesi dell’Occidente, Usa e Regno Unito anzitutto.
Decisi invece nella condanna dell’aggressione russa Paesi come Benin, RD Congo, Costa d’Avorio, Ciad, Tunisia e Ruanda. Kigali ha ricordato che la sovranità e l’indipendenza di qualsiasi paese devono essere rispettate. “L’escalation militare deve cessare immediatamente”, ha detto il rappresentante del Ruanda all’Onu.
Fonte: RFI
Foto: UN/Loey Felipe