Il viaggio nelle pluralità delle letterature del continente africano continua.
Il Gruppo di lettura della Biblioteca africana Borghero, una decina di partecipanti, si riunisce una volta al mese a Santa Maria di Castello, a Genova, con queste semplici modalità: ciascuno racconta brevemente il libro letto e poi si apre una discussione. C’è un bel clima, amano leggere e ogni autore e libro nuovi vanno condivisi. Ecco alcune impressioni dell’ultimo nostro incontro.
Loredana ci ha raccontato Niiwam del senegalese Sembène Ousmane (AIEP editore, 2023). Sono due racconti. Il primo dà il titolo al libro. È il racconto delicato, denso e lento, del viaggio fatto in bus dal protagonista, dal suo villaggio fino a Dakar. Sul bus salgono e scendono personaggi che Ousmane descrive utilizzando immagini, come fa nei suoi film. Il protagonista però ha un segreto, il fagottino che ha tra le braccia è suo figlio, morto, e che sta andando a seppellire.
Il secondo racconto, Taaw, è la storia di un ragazzo povero che mette incinta la sua ragazza. La madre della ragazza si metterà contro il marito per difendere i due ragazzi. Due famiglie di diversi ambiti sociali.
Molti i temi toccati da Ousmane: il colonialismo e i suoi effetti, la povertà, la diseguaglianza sociale. Nel gruppo si è aperta una discussione sulle diversità culturali tra Occidente e Africa (in Africa, per esempio, avere molti figli è considerato una ricchezza).
Luciano ha letto, in inglese, nella lingua originale/coloniale, Un uomo del popolo, romanzo del 1966 del grande scrittore nigeriano di etnia Igbo Chinua Achebe (in italiano, Jaca Book, 1994).
Il protagonista, un giovane ragazzo, ritorna in Nigeria dopo un periodo all’estero e incontra un suo ex maestro, ora ministro. Ormai sono molto lontani e diversi: discutono e litigano per le divergenze politiche. Diventeranno rivali e nemici quando il ragazzo si candiderà in un partito rivale a quello del suo ex maestro, accusandolo di essere diventato nemico del popolo.
Il romanzo è anche una metafora sul passaggio dal colonialismo ai governi nigeriani locali, corrotti. Il ragazzo sarà sconfitto.
La conclusione di Achebe è che sia meglio avere un ministro nigeriano, anche se corrotto, rispetto alla dominazione coloniale. Libro molto bello, scritto in un inglese, alto, colto.
Paola ha portato Terra violata (E/O, 2019) del senegalese – vincitore del Premio Gongourt 2021 – Mohamed Mbougar Sarr. In un villaggio, i Fratelli musulmani prendono il potere. Tutto cambia: c’è chi si piega e chi si ribella alle regole imposte dall’integralismo islamico. Il protagonista è medico in un ospedale e la sua stessa famiglia viene coinvolta in un colpo di stato. In queste difficili condizioni un ristretto gruppo di intellettuali decide di fare opera di resistenza attraverso un giornale di opposizione che scatena il furore della polizia islamica. Molto bella la descrizione dei personaggi.
Anna ha letto Memorie di un porcospino (Morellini, 2006) del congolese Alain Mabanckou. È la storia del doppio animale (il porcospino) di un uomo. Secondo una leggenda africana alcuni uomini hanno un doppio animale. Una sorta di animale totemico, da venerare, un portafortuna, oggetto di riti. Quello di Kibandi, il protagonista umano, è un porcospino.
Negli anni, Kibandi da bambino mite si trasforma in un feroce assassino e il porcospino deve seguire le sue azioni malvage essendo il suo doppio. Quando Kibandi muore, il porcospino, rimasto inspiegabilmente in vita, si rifugia tra le radici di un baobab e inizia a raccontare la sua storia tragicomica. È una riflessione sul male che c’è in ogni uomo. Libro ironico e caustico. Il porcospino si autoassolve, si giustifica. Il racconto è scritto senza fare uso di punteggiatura.
Il prossimo incontro del Gruppo di lettura sarà il 1° Marzo, e tutti possono partecipare.
Ludovica Piombino
Biblioteca africana Borghero