Un filo conduttore lega le manifestazioni antirazziste in America. Alla fine della seconda guerra mondiale, il sogno americano sembra alla portata di tutti, ma in realtà lo è soltanto per i bianchi. Soprattutto nel sud, la segregazione razziale è ancora legge e gli afroamericani considerati cittadini di serie B. Ai neri d’America occorreranno decenni di battaglie per cambiare la loro condizione.
Dal rifiuto di Rosa Parks di cedere a un bianco il posto sul bus, fino alle grandi marce non violente di Martin Luther King. Un cammino che non si è ancora concluso, come dimostra il Black Lives Matter, l’organizzazione antirazzista nata per protestare contro le uccisioni di afroamericani da parte della polizia.
“Le persone dicono sempre che non ho ceduto il mio posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente, l’unica cosa di cui ero stanca era subire”( Rosa Parks, My Story). In seguito al gesto di Rosa Parks nel 1955, la comunità nera boicotta i mezzi pubblici mettendo in ginocchio la rete dei trasporti. Nel 1956 la segregazione dei neri sui pullman dell’Alabama diventa incostituzionale. È il primo passo.
Gli anni ‘60 sono gli anni delle grandi manifestazione per i diritti civili. Bianchi e neri protestano insieme. Il 28 agosto 1963 almeno 200 mila persone si radunano a Washington per una delle più grandi marce politiche per i diritti civili. Tra gli organizzatori, Martin Luther King Jr. Al culmine della marcia King rivolge alla folla un lungo discorso scandito dalla ripetizione di una frase: “I have a dream”.
Gli anni successivi, i movimenti pacifisti lasciano il passo ad altre forme di protesta. Sono gli anni di Malcom X, dei gruppi armati dentro le comunità nere. Fino ad arrivare al movimento internazionale delle Pantere nere che si fonderà presto ai movimenti anti-coloniali con la sua base in Algeria. Nel 1968 Luther King viene assassinato. È la fine della stagione non violenta. Si susseguiranno negli anni grandi personalità afroamericane: Jesse Jackson, Colin Powell, Condoleezza Rice, fino al primo presidente nero Barak Obama.
Nel 2003 tre ragazze afroamericane fondano il movimento di protesta Black Lives Matter, “le vite dei neri contano”, un movimento internazionale originato all’interno della comunità afroamericana. Nell’agosto del 2020, a seguito dell’omicidio per soffocamento da parte della polizia del giovane afroamericano George Floyd, migliaia di persone sfilano davanti al Lincol Memorial e Capitol Hill. Il numero dei manifestanti cresce di ora in ora e le proteste, assolutamente pacifiche, proseguono in tutto il paese.
Maria Ludovica Piombino
Foto: Wikimedia