Il nuovo Provinciale della SMA questa domenica 14 luglio ha celebrato la messa nella Parrocchia di S. Maria di Castello, a Genova, affidata alla SMA da quasi 5 anni. Insieme ai parrocchiani, si sono radunati parecchi amici e volontari SMA, la comunità delle Suore NSA e anche le comunità angolana e latino-americana che si ritrovano regolarmente in questa chiesa.

P. Ceferino Cainelli nell’omelia ha ricordato che ora per la SMA, che ha appena terminato la sua settima Assemblea Provinciale, comincia il tempo in cui deve divenatare strumento del Signore per costruire quel Regno, di cui la comunità dei credenti è un segno.

Ecco alcuni estratti della sua omelia:

“Sappiamo quanto difficile è annunciare il Vangelo oggi nelle nostre grandi città. Ma la nostra comunità parrocchiale, con i suoi giovani e i suoi anziani, con persone venute da diversi paesi e culture, è presenza viva del Regno e segno di speranza.

Gli incontri e le programmazioni, a cui noi missionari SMA ci siamo dedicati durante  l’Assemblea Provinciale, non avrebbero senso se, dopo tante parole, avendo finito i nostri lavori, uscendo non riusciamo a essere strumenti nella mano di Dio per diventare “costruttori di comunità”. Comunità dove si possa vivere nel quotidiano la presenza viva del Signore che ci insegna a riconoscerci come fratelli e sorelle.

La Parabola del Buon samaritano, che abbiamo letto oggi nel Vangelo, mette in evidenza questo grande rischio: fare della nostra fede, della nostra conoscenza del Signore un discorso intellettuale, vuoto, morto. Il dottore della legge che aveva posto la domanda a Gesù, pensava già di conoscere la risposta. Era un sapiente, aveva la conoscenza intellettuale della legge di Dio. Ma che ciò che quel dottore della Legge aveva imparato, non aveva trasformato il suo cuore.

Il messaggio della Parola di oggi è chiaro: “Ama Dio amando il tuo prossimo”. Gesù dice che solo facendo questo troveremo la vita: “Hai risposto bene, fa questo e vivrai”, dice Gesù al dottore al termine della parabola.

E cioè: “Sì, il comandamento lo sai, ma adesso devi fare quello che dici con la tua bocca.”

Anche noi possiamo chiederci: “E qui, dove vivo, chi è il mio prossimo”? E noi possiamo correre il rischio di fare una lunga lista: migranti, carcerati, poveri, abbandonati, esclusi..

Ma più importante di sapere chi è il mio prossimo,  è il farci noi stessi prossimi di chi ha bisogno di noi.

Il Vangelo è molto chiaro: “Va’ e anche tu fai cosi”… Vai: esci, parti, mettiti in movimento. C’è sempre qualcuno che ci aspetta. Per questo il più grande servizio missionario che possiamo offrire al mondo oggi è la testimonianza della carità, della compassione e della misericordia.”

Ringraziamo Ivo Amelotti che ha fatto il servizio fotografico. Per ingrandire le foto, cliccarci sopra