Sam Nujoma si è spento all’età di 95 anni. La sua vita è intrecciata in modo indelebile alla storia del suo Paese, la Namibia, divenuta indipendente proprio grazie alla strenua lotta portata avanti da Sam Nujoma per la liberazione della sua terra dal giogo coloniale. Lo ricordiamo in questo Articolo.
“Per il popolo namibiano e per me, questo 21 marzo 1990, è il giorno più memorabile e il più emozionante negli annali della nostra storia. Questa è il momento solenne che il nostro popolo aspetta da oltre un secolo. È il giorno per il quale decine di migliaia di namibiani hanno dato la loro vita, hanno versato il loro prezioso sangue, hanno sofferto la prigionia e l’esilio. Oggi, i nostri cuori sono pieni di grande gioia e giubilo perché il nostro desiderio più profondo e più lungo si è realizzato”.
Queste parole, estratte dallo storico discorso di Sam Nujoma per il suo insediamento come Presidente della Namibia, racchiudono in modo emblematico le emozioni di un popolo che, finalmente, diventava indipendente dopo decenni di colonialismo.
Sam Nujoma è infatti il padre fondatore di questa nazione, spesso dimenticata o trascurata dai grandi dibattiti inerenti la Storia, sia mondiale, sia africana. Il decesso di questa figura politica è l’occasione per ripercorrere alcuni, tra i principali eventi, che hanno permesso alla Namibia di spezzare le catene del colonialismo.
Dal dominio tedesco alla politica di apartheid
Samuel Daniel Nujoma, detto Shafishuna (“fulmine”), nacque il 12 maggio 1929, in un piccolo villaggio della regione Omusati, nella Namibia settentrionale. All’epoca, però, la terra che oggi conosciamo come Namibia era chiamata Africa sud-occidentale tedesca – quando dominavano i coloni tedeschi – poi, con il mandato al Sudafrica, il nome divenne Africa sud-occidentale.
Sam Nujoma crebbe in una famiglia di umili origini, dedita alla pastorizia. Anche lui, piccolo, dovette lavorare con le greggi, per poi trasferirsi in una delle tante township della capitale Windhoek. Il passaggio dalla vita rurale agli spazi urbani e proletarizzati lo catapultò nelle dinamiche tipiche del colonialismo, del razzismo e dello sfruttamento lavorativo delle popolazioni nere. Lavorando nel settore ferroviario, iniziò ad impegnarsi nelle rivendicazioni sindacali, per poi abbracciare la lotta per l’indipendenza della sua terra d’origine.
La nascita della SWAPO
Nel 1960 fu tra i fondatori della South West Africa People’s Organisation (Swapo), che divenne il principale movimento di lotta per la liberazione della Namibia. Un po’ come si verificò per l’African National Congress (ANC), in Sudafrica, con a capo Nelson Mandela, così la Swapo inizialmente cercò d’impiegare mezzi pacifici per attuare un cambiamento politico. In seguito, proprio come avvenne per l’ANC, la Swapo creò un suo braccio armato, per rompere lo status quo che imperversava in Namibia. Proprio come nel vicino Sudafrica, si trattava di lottare contro politiche razziste e di sfruttamento.
Infatti, dopo il colonialismo tedesco, su mandato delle Nazioni Unite, nel 1920, l’allora Africa sud-occidentale passò sotto controllo del governo di Pretoria. Da qui, l’instaurazione negli anni seguenti, di politiche simili a quelle attuate in Sudafrica, basate sull’apartheid, cioè sulla separazione delle “razze” (che, lo ricordiamo, biologicamente non esistono) e sullo sfruttamento dei lavoratori africani.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 1968, cercò, con un mandato, di revocare il controllo del Sudafrica e nello stesso anno, l’Onu ufficializzò il nome di Namibia.
Gli anni dell’esilio e l’appoggio della Tanzania di Nyerere
![](https://www.missioniafricane.it/wp-content/uploads/2025/02/Julius-Nyerere-Sa-Nujoma-Kenneth-Kanunda-atnews_co_za-400x225.jpg)
Sam Nujoma con Kenneth Kanunda e Julius Nyerere
Intanto, Sam Nujoma e la Swapo agirono in esilio, grazie in particolare al supporto dell’allora presidente del Ghana Kwame Nkrumah e, soprattutto, dell’aiuto di Julius Nyerere, primo presidente della Tanzania indipendente.
Quartier generale in esilio della Swapo divenne Dar es Salaam. Sam Nujoma tra gli anni 60 e 70 del XX secolo si impegnò per far conoscere la causa indipendentista della Swapo a livello internazionale, trovando appoggio nella recente nata Organizzazione per l’unità Africana (OUA, oggi nota come Unione Africana).
A seguito della fine del colonialismo portoghese in Africa, e delle nuove dinamiche della Guerra Fredda, nel 1989 vennero gettate le basi per l’indipendenza della Namibia. Nujoma, dopo anni di esilio, poté ritornare in patria, giusto in tempo per registrarsi per le imminenti elezioni, le prime libere e democratiche.
Primo Presidente della Namibia indipendente
![](https://www.missioniafricane.it/wp-content/uploads/2025/02/mugabe-mandela-nujoma-400x279.jpg)
Sam Nujoma(a destra), Nelson Mandela (centro), Robert Mugabe (sinistra)
Proprio come l’amico e compagno di ideali anti-apartheid Nelson Mandela, Nujoma, per la prima volta nella sua vita, votò, per poi essere scelto, lui stesso, quale Presidente eletto della Namibia libera e indipendente. Nelson Mandela partecipò alla sua investitura, il 21 marzo 1990.
Quattro anni dopo, nel 1994, fu la volta di Mandela ad assumere il ruolo di primo Presidente del nuovo Sudafrica, dopo l’oscuro periodo del regime di apartheid.
Con il decesso, a 95 anni, di Sam Nujoma, si chiude quella fase della Storia dell’Africa che ha visto figure anti-colonialiste, pan-africaniste, chiamate “padri delle rispettive nazioni” – come i già citati Nkrumah, Nyerere, Mandela – che, oggi, mancano al continente africano nel suo complesso.
Silvia C. Turrin
LEGGI ALTRI ARTICOLI INERENTI LA STORIA DELLA NAMIBIA
foto: wikipedia; atnews.co.za;