Domenica 4 febbraio la Guinea è andata alle urne per eleggere i nuovi sindaci e consiglieri comunali. Sono le prime elezioni locali dal 2005. Come sempre in Guinea, le elezioni sono un occasione per rinfocolare vecchi rancori tra opposte fazioni politiche. Mentre il paese è in attesa della pubblicazione delle elezioni, in varie località del paese sono stati segnalati scontri e disordini.
Il peggio è accaduto a Kalinko, un grosso villaggio nella prefettura di Dinguiraye, nel centro del paese: militanti di una fazione politica hanno versato della benzina sulla case di esponenti del partito rivale, provocando un vasto incendio, favorito dal vento secco, nel quale sono morti cinque bambini in tenera età.
Altri incedenti si sono verificati nell’ovest del paese, a Kindia, dove i militanti di un partito nazionale che siede all’opposizione in parlamento hanno circondato un centro di conteggio dei voti, scontrandosi con le forze dell’ordine che hanno aperto il fuoco facendo un morto.
Pertanto, il rappresentante dell’ONU per l’Africa dell’Ovest si era felicitato per il corretto svolgimento di queste elezioni locali. Ma già alla sera della domenica esponenti politici sia del partito al governo che dell’opposizione avevano denunciato frodi, ma senza presentare delle prove credibili.
Oggi Radio France Internationale annuncia che il clima è sempre rovente in varie parti del paese, mentre si è sempre in attesa dei risultati. Delle barricate sono state alzate in vari quartieri della capitale Conakri, impedendo la circolazione e le normali attività economiche. Cellou Dalein Diallo, capo dell’opposizione persiste nelle sue denunce di frode perpetrate a favore del partito al governo, mentre quest’ultimo moltiplica i suoi appelli alla calma. Intanto le vittime sono salite a 7.
Foto: africa-express.it