Il sud del Madagascar sta affrontando una siccità senza precedenti. La situazione umanitaria è descritta come catastrofica dalle Ong che assistono le popolazioni stremate.

La rarefazione delle piogge ha provocato un’invasione  di devastanti sciami di cavallette e di bruchi processionali. La gente è ridotta alla fame.

Non c’è dubbio che la causa di questo disastro ecologico è il cambiamento climatico e il riscaldamento globale. Nei prossimi anni, la popolazione dovrà cambiare radicalmente le sue abitudini se vuole sopravvivere.

“Tra dicembre e febbraio, stagione delle piogge, non è una caduta una sola goccia d’acqua dal cielo. Eppure quello è il periodo della semina. Ma quest’anno non ci sarà nessun raccolto”, così commenta sconsolato Jean-Luc Siblot, coordinatore di emergenza per il PAM, Programma Alimentare Mondiale, in Madagascar.

“Il fenomeno si è amplificato quest’anno con  venti di sabbia inusuali in questa regione, che hanno spazzato via le poche culture che i contadini erano riusciti a coltivare”, conclude.

La conseguenza è una popolazione di 1 milione 130 mila persone ridotte alla fame. La grave insicurezza alimentare ha già spinto molti a migrare dalla campagna alla città in cerca di cibo.

“Nel mese di gennaio le zone del sud del Madagascar sembravano tipici paesaggi del Sahara. Sarà necessario che la popolazione si adatti. Ma anche il governo e le ONG devono guardare al problema in modo completamente diverso. Bisogna fare in modo che la gente possa sopravvivere in questo tipo di clima. Ma sarà molto complicato, ci vorranno mezzi molto importanti”, conclude Jean-Luc Siblot.

Il direttore esecutivo del PAM, David Beasley, ha espresso il suo stupore al ritorno del suo viaggio nell’Isola dell’Oceano Indiano. “Le famiglie sopravvivono cibandosi di frutti dei cactus, di foglie di piante selvatiche e di cavallette, per mesi interi”, ha detto.

“Ciò non succede a causa di una guerra o di un conflitto. Questo succede a causa dei cambiamenti climatici. Questo paese non ha alcuna responsabilità per il cambiamento climatico, ma è oggi quello che paga il prezzo più alto”.

Notizia da RFI

Foto: Cycloneoi.com; PAM-Tsiory Andriantsoarana; fid.mg