È un viaggio che parte da Korhogo, in Costa d’Avorio e conduce a Malaga, in Spagna, con in braccio la piccola Awa, con la speranza di poter realizzare un intervento chirurgico. Affetta da ciò che i medici chiamano “comunicazione interventricolare”, una cardiopatia congenita, solo quest’operazione può salvarle la vita.

Purtroppo nella regione dove vive Awa, il nord della Costa d’Avorio, ci sono ancora credenze che associano una particolare malattia congenita dei bambini, o un suo handicap, a una manifestazione soprannaturale. Bambini come Awa, nati diversi dagli altri, nati con qualche anormalità, sono chiamati”bambini-serpenti”. Non appartengono al mondo degli umani, e devono essere dunque “accompagnati” verso il loro vero mondo. “Accompagnare” è l’eufemismo che si usa per indicare una realtà molto più tragica: l’abbandono del bambino in foresta, là dove vivono gli spiriti, perché la sua presenza al villaggio e nella casa familiare può solo portare  disgrazie.

Ancora oggi moltissimi bambini sono lasciati morire in foresta, a causa di questa credenza arcaica e nefasta.

Awa ha appena compiuto un anno, e il viaggio che abbiamo fatto insieme è stato un’esperienza unica, qualcosa che non avevo mai vissuto finora: mai avevo viaggiato da un continente all’altro con un bambino in braccio.

I giorni dopo il mio arrivo a Malaga mi facevano male le braccia. Ma ciò mi dava una grande gioia! Non molto tempo prima infatti avevo ascoltato questa espressione: “si deve amare finché faccia male”. E allora dicevo a me stessa: “Che fortuna che hai! Questo dolore alle braccia è amore! Benedetto il dolore, frutto dell’amore!”

Il nome completo della bambina è: Silue Chifolo Awa.

Nella lingua dei suoi genitori, il senufo, Chifolo significa “lunga vita”. Un autentico paradosso: una lunga vita proprio per lei, che fin dalla nascita era destinata a una morte precoce.

Ma Dio è sempre più grande di noi uomini!

Continuiamo a pregarlo, tutti uniti, e raccomandiamogli i 10 bambini di Korhogo che hanno la stessa patologia di Awa. Preghiamo affinché possano essere riscattati dalla morte. Preghiamo affinché possiamo tessere attorno a loro una rete di Amore e di Speranza. Preghiamo per le madri di questi bambini, perché come la madre di Awa siano forti, sappiano resistere “al vento e alle maree”, non cedano cioè alla rassegnazione del loro ambiente, che li considera bambini-serpente, e vuole che siano “accompagnati” verso la morte.

Quando Awa tornerà, sua madre ha già detto che farà conoscere la sua esperienza, e si darà da fare per sensibilizzare la sua gente, per far capire loro che Awa era solo afflitta da una malattia del cuore, una malattia che si può curare. Quelli come lei sono bambini ammalati che bisogna curare, e non esseri sovrumani e misteriosi, da espellere dalla famiglia e dal villaggio.

Dirà a tutti che questa malattia si vince con la solidarietà, con la speranza nella vita e nella luce, lottando contro l’oscurità, contro i pregiudizi, contro certe idee che portiamo nella nostra mente e che sono idee di morte.

Che la piccola Awa possa aprire il cuore e la mente a tutti, lei che ha il cuore aperto dalla “comunicazione intraventricolare”.

Dio che si serve di tutto, e che per mezzo di un Bambino è capace di cambiare il mondo – lo celebriamo nel Natale, Dio ancora oggi per mezzo della piccola Awa possa cambiare questo nostro piccolo mondo con le sue superstizioni.

Dalla Spagna giungono notizie confortanti: Awa sta bene, cresce di peso, è pronta per l’operazione, che può avvenire tra due settimane. Dopo la convalescenza potrà ritornare sana e salva a casa sua, nella sua famiglia, tra la sua gente.

Chiedo a tutti voi che leggete di unirvi a noi nella preghiera, perché così sia.

Un forte abbraccio a tutte e a tutti

Suor Mercedes Hurtado, Sorelle della Carità di Sant’Anna