L’ospedale Tumani, nel nord della Tanzania, è gestito da suore locali e sostenuto da un’associazione genovese con lo stesso nome, ‘speranza’ in swahili. Accoglie mamme per il parto e con bambini piccoli bisognosi di cure.

L’associazione Tumaini-onlus nasce nel 2004 a Genova San Pier d’Arena per iniziativa di un gruppo ecclesiale attivo dal 1970, i “Giovani Nuovi”, denominazione che intende significare come la vera giovinezza non sia tanto e solo quella anagrafica bensì quella spirituale suscitata e sostenuta dallo Spirito Santo.

La Divina Provvidenza volle metterci in contatto con padre Liberatus Mwenda, sacerdote tanzaniano, il quale per un certo periodo era stato in Sicilia a svolgere il proprio ministero. Egli ci suggerì di aiutare un piccolo ospedale nella città di Tanga (nord Tanzania), creato dalla locale Diocesi,

Tre persone del nostro gruppo si recarono in Tanzania e riferirono agli altri circa lo stato davvero misero della struttura composta da alcune baracche fatiscenti nelle quali alcune suore locali, della Congregazione di Nostra Signora dell’Usambara, svolgevano un servizio a dir poco eroico verso le moltissime persone che quotidianamente affluivano afflitte da ogni sorta di patologia.

Iniziò così una catena di solidarietà che dura sino ai giorni nostri. Oggi il Tumaini Health Centre, nome che significa “Speranza” in swahili, e che noi abbiamo voluto adottare per la nostra associazione, si può dire che abbia raggiunto un livello di sufficiente assistenza.

L’ospedale si è specializzato nella cura della malaria e nell’assistenza al parto; infatti vi arrivano molte donne incinte o con parto imminente e vi trovano assistenza adeguata, come pure il reparto pediatria ha visto un sensibile incremento di accessi.

Nel prologo del nostro statuto abbiamo nominato anche due “sante” che riteniamo abbiano aiutato dal Cielo a portare avanti questa opera:

Alba Ciampi, nostra amica di San Pier d’Arena che per decenni fu costretta sulla sedia a rotelle, bisognosa di assistenza continuata.

Offrì al Signore la propria infermità lasciandoci un grande esempio di cristiana vera sempre aperta al mondo pur dal suo stato di dolore.

“Mamma” Rusmilia, una suora della stessa congregazione delle altre sorelle del Tumaini, che gestiva un orfanotrofio in un altro città tanzaniana, Tosamaganga. Una notte vennero dei ladri per rubare. Lei si avvicinò e supplicò di non far del male ai bimbi. Per tutta risposta col machete le amputarono una gamba alla caviglia, lasciandola in un lago di sangue.

Morì poche ore dopo, perdonando quei poveri sbandati. Sul punto dell’aggressione dove Rusmilia sparse il suo sangue ora esiste un piccolo cippo monumentale e lei viene venerata come santa dalle consorelle e dalla gente. Speriamo che presto il suo sacrificio venga riconosciuto ufficialmente.

Piero Pero