Già da ieri girava la notizia, che però non aveva ancora conferma ufficiale. La rivelazione sul drammatico destino della missionaria metodista svizzera Béatrice Stockly, rapita in Mali in gennaio 2016, l’ha fatta l’ex ostaggio Sophie Pétronin, di nazionalità franco-svizzera, liberata insieme a p. Gigi Maccalli e agli altri due ostaggi.

La missionaria, da quattro anni in ostaggio nel paese africano, è stata uccisa dai sequestratori: oggi la conferma del governo federale svizzero

Ecco la notizia apparsa sul sito della Radio Svizzera Italiana:

“Una missionaria svizzera è stata uccisa, circa un mese fa, dai suoi rapitori che la tenevano sequestrata da circa 4 anni. Lo ha reso noto venerdì sera il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

L’informazione è stata fornita venerdì pomeriggio dalle autorità francesi a quelle svizzere, precisa il DFAE. I responsabili del crimine sarebbero membri dell’organizzazione terroristica islamista Jama’at Nasr al-Islam wal Muslim (JNIM).

La vittima, una 59enne di Basilea attiva a Timbuctù, era già stata rapita una prima volta nel 2012, ha detto il portavoce del DFAE Valentin Clivaz.

Le circostanze esatte dell’assassinio non sono ancora chiare. Parigi è stata informata dell’esecuzione attraverso l’ostaggio Sophie Pétronin, franco-svizzera rilasciata giovedì sera e la cui liberazione è stata annunciata ieri assieme a quella degli italiani padre Maccalli e Nicola Chiacchio.”

Suor Gloria, ancora prigioniera in Mali

Avvenire di oggi scrive a suo proposito:

“In un primo tempo, nelle ultime ore di giovedì, si era sperato. Poi la delusione. Tra i liberati in Mali non vi era anche suor Gloria Cecilia Narváez, la religiosa colombiana 56enne rapita il 7 febbraio 2017 dal Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani, formazione jihadista attiva nel Sahel e legata ad al-Qaeda.

Suor Gloria, delle Suore Francescane di Maria Immaculata, lavorava nella comunità di Koutiala, nel sud del Paese, dove si dedicava ad assistere gli orfani e alla promozione della donna. Un impegno definito “proselitismo crociato”, l’hanno definito i jihadisti dopo la cattura.

Le ultime notizie certe sulla religiosa risalgono al 30 gennaio 2018 quando fu obbligata a girare un video diretto a papa Francesco, in cui chiedeva al Pontefice di fare il possibile per liberarla. Come conferma il governo colombiano, fin dal principio, la Santa Sede segue da vicino la vicenda.”