Lo scorso 16 novembre è nato al cielo il nostro caro amico don Michele Bazzano, anticipato di due mesi dal fratello don Giuseppe Bazzano. Entrambi sacerdoti ad Andora (SV), paese di p. Angelo Bianco, ed entrambi da sempre legati alla SMA. Proprio attraverso le parole affettuose di Antonietta Bianco, nipote del nostro confratello missionario, desideriamo ricordare don Michele, il quale – abbiamo recentemente appreso – ha voluto includere la SMA nel suo testamento.
“È stata una vera e propria guida, un esempio nelle parole, ma soprattutto nei fatti – ricorda Antonietta. Don Michele era molto diverso dal fratello nei modi, magari risultava un po’ rigido, ma era una persona estremamente coerente e rigorosa. Non ha mai preteso dagli altri quello che non chiedeva a se stesso”.
Antonietta, a sua volta missionaria laica in Costa d’Avorio, ricorda la lunga vita sacerdotale di don Michele, originario di Sassello, ma fin da subito destinato alla parrocchia di Andora: “C’è stato un momento in cui volevano spostarlo, così noi parrocchiani ci siamo opposti, abbiamo parlato con il Vescovo affinché ci lasciasse il nostro parroco e così è stato”.
Attivo con i giovani in oratorio, profondo nelle catechesi con gli adulti ai quali spiegava nei minimi particolari tutti i passaggi della liturgia, Antonietta ricorda don Michele con un velo di nostalgia: “Se penso a chi è stato un pilastro per la mia vita, considero certamente i miei genitori, ma anche don Michele. È stata una vera guida per più di tre generazioni di parrocchiani, e ci manca un po’!”
Antonietta è anche la sorella di don Edmondo, e ricorda con ammirazione l’operato dei due fratelli Bazzano per le vocazioni: “Oltre a mio fratello, c’è stata l’altra ordinazione, quella di mio zio, nella parrocchia di don Giuseppe. Hanno dato moltissimo a questa comunità, e sono stati anche molto legati alle missioni della SMA”.
Don Michele, infatti, ha sostenuto per tanti anni le Borse di Studio ad Gentes per aiutare i seminaristi della SMA nel loro percorso verso l’ordinazione sacerdotale e così ha voluto che anche una parte della sua eredità fosse destinata proprio ai missionari africani.
Marta Farruggia