P. Silvano Galli ci ha inviato questo racconto legato alle tradizioni orali degli Agni-Bona, popolo dell’est della Costa d’Avorio; un racconto che gli ricorda un po’ il messaggio cristiano del Natale.
C’era una volta un bambino, il quale appena nato aveva chiesto che gli si desse come nome: “Il potere appartiene a Dio”.
A quel tempo viveva un re dispotico, che si riteneva detentore di tutti i poteri, anche quello di vita e di morte. I suoi sudditi avevano grande paura di lui. Nessuno poteva chiedergli ragione del suo operato. Si riteneva addirittura superiore a Dio.
Saputo del bambino, e infastidito dal suo nome, volle farne conoscenza. Il re organizzò allora una grande festa, alla quale invitò il bambino e i suoi genitori. La tavola era imbandita con ogni tipo di cibo e di bevande.
Il re fece di tutto per far bere del vino al bambino, finché questi si ubriacò. Allora ne approfittò per tendergli una trappola.
Andò a prendere l’anello regale, che era appartenuto ai suoi antenati e, lo mostrò ai commensali, dicendo loro: “Per dimostrare tutto il rispetto che ho verso questo bambino, che si è scelto un nome così speciale, gli permetterò di portare al dito l’anello dei nostri antenati per una settimana. Ma dovrà fare molta attenzione a proteggerlo e a custodirlo!”
Approfittò però che il bambino, sfinito dal vino, si era addormentato per andare a sfilare l’anello dal suo dito, e gettarlo nelle acque del mare. Nessuno se ne accorse.
Il re pensava tra sé: “Se Dio è più potente di me, dimostri che ha il potere di far ritornare l’anello sul dito del bambino! In caso contrario, ucciderò il bambino, reo di aver perduto l’anello, e nessuno metterà più in dubbio il mio potere”.
Il giorno dopo, quando il bambino si risveglia si accorge che l’anello non è più sul suo dito. La notizia arriva al re, che si infuria e ordina di incatenare il bambino e di gettarlo in prigione. E poi pronunzia la sentenza: se l’anello non riappare entro una settimana, farà decapitare quel bambino dal nome provocante.
I giorni passano e niente accade. Il bambino e i suoi genitori hanno perso le speranze. Ma ecco che si presenta un giovane, amico del bambino. Fa il pescatore, e porta al bambino un bellissimo pesce cha ha appena pescato in mare: “Prima di morire devi gustare questo pesce! Muori almeno soddisfatto”.
Cucina il pesce, e ne offre una porzione al bambino. E… sorpresa! Ecco saltare fuori dallo stomaco del pesce l’anello del re! Il re dovette arrendersi: Dio ha un potere infinito, superiore a quello di qualsiasi re della terra!