Giorni fa Mohammed, il mio muratore, ha terminato la tomba di Alice, migrante guineana, morta 3 mesi fa.

Era arrivata a Fès nell’ottobre scorso in cerca di lavoro.

Per qualche mese si è guadagnata la vita pulendo per 4 ore al giorno i vari cortili e giardini, con taglio dell’erba ed innaffiatura. Un lavoro che le piaceva molto e che compiva con dedizione.

Ed in più, per guadagnare qualche soldo, preparava il cibo durante le varie feste della comunità cristiana e faceva le trecce alle studentesse africane, lavorando talvolta fino a dodici ore di seguito, quando si trattava di un’acconciatura particolarmente impegnativa.

Dopo un mio primo aiuto, si era inserita bene e in fretta nella comunità cristiana, aveva ripreso la catechesi e si è subito fatta voler bene da tutti.

Senz’altro il suo cuore semplice era pieno di bellezza e di bontà, e per questo cercava il massimo della bellezza in ogni cosa che faceva, per rendere felici quelli che le chiedevano un servizio.

Nell’ultima settimana di vita si lamentava di essere stanca e il riposo dal lavoro non le dava beneficio.

All’ospedale hanno diagnosticato una forte anemia, che in pochi giorni si è aggravata e l’ha portata alla morte.

Grande è stato il dolore di quanti l’hanno conosciuta, che han voluto che fosse sepolta in una tomba al cimitero cristiano.

P. Matteo Revelli,
Fès, Marocco