Riportiamo la sintesi dell’incontro con la scrittrice franco-ivoriana Véronique Tadjo, avvenuto a fine marzo 2023, presso la Cappella Grimaldi di Santa Maria di Castello a Genova. Al dialogo è intervenuto anche padre Renzo Rapetti, per 22 anni missionario SMA in Costa D’Avorio.
A fine marzo 2023, la scrittrice franco-ivoriana Véronique Tadjo – una delle voci più importanti della letteratura africana contemporanea – ha presentato a Genova, nella Cappella Grimaldi di Santa Maria di Castello, il suo ultimo romanzo ‘Lontano da mio padre’ . Ambientato ad Abidjan, in Costa d’Avorio, il testo è stato tradotto nel 2022 in italiano da Sergio Arecco per la casa editrice genovese Città del silenzio.
In Biblioteca Borghero a Genova Quarto, abbiamo tutti i suoi libri: poesie, romanzi e racconti per bambini (illustrati questi ultimi dalla stessa autrice). Alcuni di questi racconti sono poi quelli che più utilizziamo nei nostri laboratori sulla fiaba africana rivolti ai bambini delle scuole elementari. Per questo, la presenza di Véronique Tadjo nella nostra biblioteca è stata una vera emozione.
La presentazione del libro è avvenuta nella chiesa duecentesca di Santa Maria di Castello, parrocchia gestita dai padri della SMA, ed è stata seguita da un grande numero di persone, attente e curiose; moltissime sono state le domande. A dialogare con l’Autrice c’era Franco Arato, docente di letteratura italiana all’Università di Torino e padre Renzo Rapetti, per 22 anni missionario SMA in Costa D’Avorio.
Tradizione, cambiamenti, contemporaneità e identità sono stati alcuni degli argomenti discussi, in risposta ad un romanzo che ha molto di autobiografico e che muove, come ha detto la stessa autrice, dall’interno. Nina, la protagonista, deve tornare ad Abidjan da Parigi, dove ormai vive, per organizzare i funerali del padre. In Costa d’Avorio, nel sottofondo delle pagine del romanzo c’è la guerra civile, gli scontri e i blocchi per le strade. Nina scoprirà pian piano gli enormi cambiamenti avvenuti e dovrà scegliere cosa abbandonare dentro di sè (soprattutto i rapporti irrisolti con la madre) e cosa invece portare con sé come novità. Tanti i riferimenti all’attualità e alla tradizione Senufo, ma, come è nello stile di Veronique Tadjo, improntati verso il futuro e adattati alla contemporaneità.
“Lo scrittore non è il nuovo griot che tramanda i fatti passati della storia, ma è piuttosto il narratore della contemporaneità”, ci ha detto l’Autrice.
Il passato si tramanda, come i miti culturali che l’autrice ben conosce, raccontandolo oggi, inserendolo nei fatti di cronaca. In questo processo, la poesia rimane la forma più adatta per narrare, per la musicalità delle parole e per il potere evocativo delle immagini.
Maria Ludovica Piombino
Biblioteca Africana Borghero
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