Il recente rapporto delle Nazioni Unite per i Rifugiati porta questo titolo. Da gennaio a luglio di quest’anno c’è un morto affogato ogni 18 partenti. Sono stime che aggiungono oltre 1.600 unità alla “città sommersa”, nel frattempo cresciuta . Morti ri-voltati all’Africa che li ha abbandonati al loro destino. Poi rivolti all’altro mondo che pensavano diverso. Vivono adesso, uno ogni 18 partenti del viaggio, coinquilini nei nuovi quartieri alla periferia della “città sommersa”.
Sbarcano il lunario facendo esattamente il lavoro di prima. Per gli uomini si tratta di manovalanza nelle costruzioni, nella cura dei giardini e nella coltivazione di frutta e verdura. Per i più intraprendenti c’è il minuto commercio di mercanzia da esportazione. Continuano ancora adesso nella “città sommersa” con la differenza che è cessato per sempre il caporalato. Anche gli orari sono più flessibili e rimane molto più tempo libero per gli amici che il viaggio ha accomunato.
Per le donne la cosa è ancora più semplice. Alcune hanno aperto laboratori di taglio e cucito, altre sono parrucchiere e, secondo i quartieri, vivono dando effimera gioia ai loro compagni nelle lunghe serate sotto il mare.
L’altra “città” è quella di sabbia. L’Oim, l’agenzia del’Onu incaricata dei migranti, ha annunciato di aver soccorso e salvato oltre 400 migranti in due giorni, in pieno deserto nel nord del Niger. Erano arrivati a piedi, abbandonati alle porte della “città di sabbia” prima di raggiungere la frontiera, espulsi dall’Algeria. Già il 3 settembre scorso 347 migranti di 13 paesi dell’Africa occidentale, erano stati soccorsi dalle unità di salvezza dell’Oim. Il giorno seguente altri 92 migranti erano arrivati, con le stesse modalità e salvati in tempo.
A metà del mese scorso 128 migranti, trai quali donne e bambini, in provenienza dell’Algeria, erano stati salvati dall’essere riconosciuti come cittadini a pieno titolo della “città di sabbia”. Quest’ultima è simmetrica alla “città sommersa” e con essa costituisce un tutt’uno. Tra le due città si è da subito intavolata una fitta corrispondenza di notizie e di scambi commerciali proficui per entrambi gli insediamenti. La “città di sabbia” si è sviluppato in fretta e in modo ancora più anarchico che quella sommersa. Giustificato per un bisogno di adattamento all’ambiente. Da una parte un mare di sabbia e dall’altro un mare di mare. Con in mezzo il viaggio.
Per contrastare lo sviluppo delle due città, secondo la narrazione ufficiale della storia, l’Unione Europea ha versato un aiuto di 21 milioni di euro il passato agosto al governo del Niger. Con gli aiuti già versati la somma per il primo semestre di quest’anno raggiunge un totale di 51 milioni.
D’altra parte il presidente del Paese aveva sottolineato che il miliardo e 800 milioni di euro destinato ai fondi fiduciari, non era più sufficiente. Il controllo dei migranti e delle frontiere è oneroso, questo è risaputo e ben capito dai politici del posto. D’altra parte chi non ricorda che la manna, venuta dal cielo per sfamare il popolo, è nel deserto che scendeva. Secondo l’autorevole tradizione la manna accompagnò il transito del popolo nel deserto fino a destinazione cioè per quarant’anni almeno.
La manna dell’occidente non vuole essere da meno e nutre piuttosto i dirigenti del traffico e i politici appaltati per la circostanza. Le due “città” in questione non hanno diritto a questo cibo divino. Col tempo hanno raggiunto una considerevole autonomia politica e finanziaria che garantisce scorte di cibo sufficiente per tutti. Il pane quotidiano è libero e gratuito.
Tra le due “città”, quella sommersa e quella di sabbia non c’è concorrenza alcuna. C’è invece il viaggio dei rivoltati e innumerevoli percorsi alternativi. In più si conferma che, per valorizzare il patrimonio artistico delle città menzionate, si moltiplicano i rapporti, aumentano i simposi e le conferenze. L’ultima in ordine di tempo si è appena svolta a Niamey, emblematica capitale del Sahel migratorio. Si è trattato di una conferenza parlamentare africana con l’appoggio di parlamentari ed esperti europei.
Lo scopo è quello di sviluppare un turismo compatibile tra le due città menzionate. Una migrazione sicura, ordinata e regolata perché il prossimo e annunciato patto sulle migrazioni infine si compia. Gli operatori turistici si stanno attrezzando per visite guidate alle due “città”. Sono previste riduzioni per comitive composte da bambini.
P. Mauro Armanino, Niamey, Niger, 9 settembre 2018